La peste nera fu una P, quasi sicuramente di peste, generatasi in Asia centrale settentrionale durante gli anni 1345-1350 e diffusasi in Europa a partire dal 1346.
Lo storico Tucidide, nella sua Guerra del Peloponneso, descrive la pestilenza che colpì Atene negli anni della guerra contro Sparta (431-404 a.C.) e la peste, si presume, contribuì a causarne la sconfitta. Oltre a Tucidide, molti altri scrittori antichi descrissero epidemie: Galeno, Ippocrate di Coo, Platone, Aristotele, Rufo di Efeso, tra gli altri. Medici come Ippocrate e Galeno affermavano che la causa era da trovarsi nei “miasmi” dell'aria, veleni atmosferici che compromettevano l'equilibrio dell'organismo secondo la teoria umorale.
Nel 541 d.C. Costantinopoli fu duramente colpita dalla cosiddetta peste di Giustiniano, raccontata con dovizia di particolari dallo storico Procopio di Cesarea, che dopo aver ucciso circa il 40% della popolazione della capitale bizantina si propagò a ondate per tutta l'area mediterranea fino all'anno 750 circa e causò dai 50 ai 100 milioni di morti, arrivando pertanto a essere considerata la prima pandemia della storia. Quando la pestilenza arrivò a Roma nel 590, la tradizione vuole che fosse stata fermata grazie a una processione penitenziale voluta da papa Gregorio I, durante la quale era apparso l'arcangelo Michele.
Neanche il mondo musulmano fu risparmiato: a partire dall'Egira si conoscono almeno cinque pestilenze, ossia la "peste di Shirawayh" (627-628), la "peste di 'Amwas" (638-639), la "peste violenta" (688-689), la "peste delle vergini" (706) e la "peste dei notabili" (716-717).
Tra il X secolo e gli inizi del XIV si assistette in Europa a una lenta ma costante crescita della popolazione, che arrivò a raddoppiare in Francia e in Italia e addirittura a triplicare in Germania. Ciò fu favorito da una stabilizzazione delle strutture politiche che portò maggior sicurezza e da un periodo di clima mite, conosciuto come periodo caldo medievale. L'economia prosperò: dopo secoli le vie di comunicazione tornarono a essere mantenute in efficienza e così gli scambi commerciali fiorirono spingendosi fin verso il Mar Nero e l'impero Bizantino. All'inizio del Trecento molte città europee contavano oltre 10 000 abitanti, alcune arrivarono ad averne anche 10 volte tanto; in Italia Milano aveva una popolazione di circa 150 000 persone, Venezia e Firenze 100 000, Genova 60 000 mentre Verona, Brescia, Bologna, Pisa, Siena e Palermo si fermavano alla comunque ragguardevole cifra di circa 40 000 cittadini.
Nel 1346 la peste fece le prime vittime ad Astrachan' e l'anno successivo il morbo raggiunse i confini dell'Europa di allora. L'Orda d'Oro, guidata da Ganī Bek, assediava Caffa, nella penisola di Crimea, capoluogo della ricca colonia genovese della Gazaria e scalo sulla Via dell'Oriente. La peste raggiunse la città al seguito dell'Orda d'Oro: le cronache dell'epoca riportano (come ha scritto lo storico francese Michel Balard sulla scorta di una cronaca anonima, attribuita al frate francescano Michele da Piazza) che gli assedianti gettavano con le catapulte i cadaveri degli appestati entro le mura della città. Gli abitanti di Caffa avrebbero immediatamente gettato in mare i corpi, ma la peste riuscì comunque a entrare in città in questo modo.